Rugiada Cadoni

Un approdo conforme al Karelmusicexpo, quello dell’artista e performer Rugiada Cadoni. Alla tredicesima edizione del Festival delle culture resistenti, ecco opere che resistono, per forza di colori e gesti espressionisti, per smaccata cultura pop, che dalla Statua della libertà arriva a versi di Celentano, per la forza eversiva, spregiudicata, tenace delle performance di Rugy Pop, alter ego dell’artista con coroncina a sette punte, come quella della citata statua, e sguardo alienato: un detonatore, che smantella pregiudizi e convenzioni a colpi di autoironica rappresentazione, fra burlesque e coreografie improvvisate. Oltre le azioni estemporanee, resta l’ostinata resistenza di fantastici esseri floreali, o grandi occhi come grandi fratelli, dipinti a olio su tela o su carta, verticali ma flessibili. Tele arrotolate e carte ripiegate, che, srotolate e dispiegate, rappresentano il bosco dentro cui cammina Rugiada, “incosciente come una donna, compiaciuta della propria libertà”, parafrasando il grande Gaber.

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